di Sabrina Bueno Rossi

Studenti partecipando alla gara di corsa. (Foto: Colegio Italiano Antonio Raimondi)

Il Palio. Magnifica festa, piena di emozioni, come l’orgoglio, l’euforia e l’adrenalina. Una competizione che ci riporta secoli indietro. Un pezzo di cultura italiana incancellabile. Ma, non vi siete mai chiesti: Come è nata? Com’è adesso? E perché la celebriamo a scuola? 

Be, la parola palio deriva dal latino “pallium”, che significa drappo. Nel medioevo, il premio per qualunque tipo di corsa era un drappo di tela pregiata. Questa tradizione li diede il nome alla gara e a tutta la festività. A Siena, questa festività era in onore alla vergine Assunta, considerata la signora di Siena. Questa era la festa nazionale della repubblica di Siena. Il Palio era l’evento di chiusura della festività e si teneva tutti i 15 d’agosto.  

Il tracciato consisteva che la partenza era alla Porta Romana e la meta era al Duomo. Il primo documento conosciuto che parli di questa gara risale al 1239. Il Palio continuò a organizzarsi dopo la fine della repubblica senese nel 1559, ma cominciò a perdere sempre più interesse finché non fu abolita nel 1874. 

A partire dal XVI secolo le contrade cominciarono a sfidarsi in gare per strada, chiamate Palii rionali, venivano organizzate nelle strade di una contrada scelta e si usavano gli animali che avevano a disposizione come per esempio asini e mule. 

Nel 1605 si disputò la corsa per la prima volta a Piazza del Campo che da allora sempre si organizzarono in quel luogo fino all’attualità, questo dovuto a che riscosse grande successo perché tutti riuscivano a vedere l’intera gara senza dover spostarsi. 

Nel 1657 si introdusse la regola che i cavalli venivano assegnati a sorte e si emesse l’obbligo di partecipazione alle contrade. Poi invece nel 1659 fu instituito il Palio del 2 luglio in onore della madonna di Provenzano. 

Dal 1701 si cominciò a correre il Palio il 16 agosto per la vergine assunta, che poi il 1802 si ufficializzò. Da allora, ogni anno si festeggiano due Palii: uno il 2 luglio e l’altro il 16 agosto. 

Nell’attualità esistono 17 contrade, dove non tutte gareggiano nello stesso Palio. Normalmente vengono scelte dieci a sorte per il palio del 2 luglio, poi le 7 che non hanno partecipato a luglio, parteciperanno in quello del 16 agosto e per completare i 10 partecipanti, scelgono di nuovo a sorte tra quelli che hanno già partecipato. 

Tutta la celebrazione del Palio dura intorno ai 4 giorni. Il primo giorno si fa la estrazione a sorte dei cavalli per ciascuna contrada. Poi i seguenti giorni la città ospita sei giri di prova per che i fantini prendano domestichezza con i cavalli, si fa sempre una al mattino e una al pomeriggio.  

Il giorno della gara inizia alle otto della mattina con la messa del fantino nella capella adiacente al Palazzo Comunale. Poi intorno alle dieci al Palazzo Comunale avviene il momento in cui vengono confermati i nomi dei fantini. Verso le tre del pomeriggio vengono benedetti i cavalli, seguito dal corteo storico fino Pazza del Campo. Di solito la gara di luglio inizia alle cinque e trenta del pomeriggio e quella d’agosto alle cinque. 

Noi al Raimondi celebriamo questa bellissima tradizione per diversi motivi, serve per fomentare la unione tra gli alunni e il loro lavoro in gruppo, come anche la capacità di leadership e valori personali. 

La scuola promuove questa celebrazione per mantenere l’identità culturale italiana nella scuola, risaltando lo spirito sportivo nei suoi partecipanti.